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Chiave di volta in pietra in stile barocco siciliano risalente al XVIII secolo. La figura in rilievo scolpita a mano si presenta con il viso di una creatura grottesca circondata da elementi decorativi fogliacei.

Anche conosciuti come “mascheroni”, questi elementi in pietra arricchivano e decoravano i palazzi signorili, diventando quasi l’emblema della decorazione barocca di molte delle perle del territorio ibleo: Ragusa, Modica, Scicli, Noto, Siracusa e Catania, giusto per citarne alcune.

Nella cultura tardobarocca, che investe violentemente il territorio ibleo, uno degli elementi caratteristici è proprio il modo di trattare, lavorare e far quasi vivere, tanto il risultato è plastico, le mensole e chiavi di volta, intagliando sapientemente la pietra per creare decorazioni varie e allegoriche, ma soprattutto strane, dove la “teatralità” diventa il mito da ricercare: volti fantastici, goffi, suonatori, musici, elementi floreali, faunistici e animaleschi; ed ancora il tutto addobbato con pendagli, turbanti, barbe, foglie d’alloro.

I mascheroni, con i loro tratti grotteschi e suggestivi attiravano con stupore l’attenzione dei passanti. Essi rappresentano la trasposizione delle paure umane, come la paura del’ignoto, la lotta contro il male, e quindi, in sintesi, l’incertezza della vita; rappresentano, a conti fatti, il volto della società.

Meraviglioso oggetto di grande valore storico e decorativo, acquistato da un collezionista privato nella Val di Noto, Sicilia. Questa valle ed i comuni che la compongono sono dal 2002 parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO poichè costituiscono un’eccezionale testimonianza dell’arte e dell’architettura del tardo Barocco e rappresentano il culmine e l’ultima fioritura del Barocco europeo.

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